Interview at Europaconcorsi
Intervista
- Quando hai capito di voler diventare architetto?
- Da piccolo i miei genitori mi regalarono un gioco, erano
pezzi di legno da assemblare con cui mi divertivo molto. Da allora ho
sempre detto che volevo fare l'architetto. La verità è che non lo
pensavo troppo.
- Chi è stato il tuo maestro?
- Tanti... non potrei segnalarne uno solo. Tutti i professori
di progettazione dell'università sono stati meravigliosi: Alberto Campo,
Lopez-Peláez, Tuñon e Mansilla, Mariano Bayón...
- Quando progetti, qual'è la prima cosa che fai?
- Studiare bene le basi e poi andare a fare una passeggiata con il mio cane in campagna.
- La tua casa brucia, quale libro, quale film e quale opera salvi?
- L'opera completa di Jorge Luis Borges ed una collezione di cinema neorealista italiano.
- Con quale architetto del passato faresti volentieri quattro chiacchiere?
- Michelangelo
- Qual è il tuo materiale da costruzione preferito?
- Non ho preferenze.
- Beatles o Rolling Stones?
- Beatles.
- Mac o PC?
- Mac
- Le Corbusier o Mies?
- Come dice la barzelletta... bisogna scegliere?
- Mouse o matita?
- Entrambi.
- Firmitas, Utilitas, Venustas. Hanno ancora un senso oggi?
- Lo stesso che avevano una volta.
- Esiste architettura senza architetti?
- È quella che mi intessa di più.
- Esiste l'architettura senza la costruzione?
- Non mi viene in mente nessun esempio.
- La casa che vorresti abitare?
- "Can Lis" di Utzon a Palma de Mallorca.
- Qual è la cosa che disprezzi di più nell'architettura di oggi?
- Il fatto che tutto vada bene... l'architettura politicamente corretta.
- Gli architetti possono essere pericolosi?
- Molto.
- La tecnologia digitale ha un ruolo nella definizione dell'architettura di oggi?
- Probabilmente, anche se a me non interessa.
- Qual è il tuo motto?
- Godere della vita.